presentazione: note ai margini e note di regia |
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PORTAMI CON TE VITA
spettacolo
teatrale sensoriale Paesaggio sonoro e olfattivo liberamente ispirato alle opere di Anton Cechov. Con gli attori del gruppo Studio Aktera; ideazione e regia Simona Assandri |
Note
ai
margini di un viaggio... Ci siamo incamminati per questo sentiero, abbiamo imboccato la strada, ascoltato fuori e dentro di noi. Abbiamo volutamente cercato di dimenticare i soliti bagagli: volevamo fare un viaggio speciale, alleggeriti dal peso di tutto quello che diamo per scontato, che ci sembra indispensabile e indispensabile invece non è. Leggeri rispetto anche a noi stessi. Volevamo raggiungere ciò che ci premeva comunicare come se si trattasse di qualcosa di tangibile, di afferrabile con le mani. Volevamo anche zittire i pensieri comuni, la solita “morale della storia”, le certezze di sapere qualcosa che spesso ci illudiamo di com-prendere: arrivare a una qualche forma, seppur velata, di vera comprensione era uno dei motivi che ci avevano spinti a intraprendere il nostro viaggio. Il sentiero si faceva impervio, le montagne maestose del Teatro e della Vita, con le sue meraviglie, imponenti. Ci siamo persi qualche volta. Sentiti abbandonati. Abbiamo perduto la speranza. Convinti di essere più forti ci siamo scontrati con la nostra impreparatezza, i nostri limiti, la nostra fatica a vedere. Non a guardare. no. A vedere. E’ diverso. E’ qualcosa che possiamo fare solo col cuore puro. E le altezze di quelle montagne richiedevano questo. Quando respiri a quell’altezza l’ossigeno ti brucia un po’. Avevamo volutamente deciso di incamminarci a piedi come i viandanti, come i cantastorie, con qualche oggetto rumoroso per non perderci la notte. Non avevamo una solida barca per attraversare le onde. Dovevamo inventare qualcosa. Sorpresi dai venti, increduli di aver superato un passo, esauriti e senza più una meta chiara: queste le traversie. Le mete, si sa, non sono la cosa più importante, di gran lunga lo è il viaggio che si fa per raggiungerle. E poi quando si approda da qualche parte non sai se sei felice o triste. La fine e l’inizio si confondono. Il tempo se ne è volato via. E resti come in un limbo. Non sappiamo cosa abbiamo raggiunto: se riusciremo a riflettere con i nostri corpi e le nostre voci le luci che ci hanno guidato lungo il tragitto. Non sappiamo neppure se la storia di questo viaggio sarà raccontabile davvero. Se le mani afferreranno quel qualcosa di intangibile. Cosa veramente riusciremo a comunicare. Se il cuore puro ci sosterrà per tutto il tempo e riusciremo a vedere infine qualcosa. La Vita e il Teatro ci spingono a provare. Dobbiamo farlo. Tutti noi, uomini e donne. E un solo attimo di questo respiro bruciante avrà dato ragione al nostro esistere. Gruppo Aktera |
Note
di regia Siamo partiti dall’opera di Cechov. Dovevamo avere un testo di riferimento, ma non per lavorarci come al solito. Niente scene, dialoghi o monologhi; una differente analisi del testo. Il gruppo, formato da allievi attori e da attori con diversa esperienza, ha attraversato qualche momento di sconcerto. Come lavorare con un testo per ottenere però strumenti sonori? Il paesaggio sonoro che avevo proposto loro seguiva una linea tematica ben precisa. A partire da questa tutto avrebbe dovuto svilupparsi. Checov e la sua opera doveva essere una specie di stella cometa. Ci doveva illuminare la via. Condurre a riflettere sulla vita di ognuno di noi e sul suo senso. Sul senso della nostra esistenza su questo pianeta e del vivere insieme. Porci domande sulla bellezza della vita e della sua essenza. Piano piano altri testi si sono aggiunti o per vicinanza tematica o perché indispensabili allo sviluppo della storia. Parliamo sempre di una storia sonora si intende. Ossia di un racconto che procede attraverso il suono. Pian piano anche i momenti significativi della storia andavano chiarendosi: riflettevamo su questi passaggi a livello teorico e usavamo l’improvvisazione come metodo pratico per i suoni e i testi. Un gruppo poi decideva di occuparsi di un altro aspetto sensoriale: l’olfatto. Per raccontare la storia anche a partire dagli odori. Ci si inoltrava così in un universo sensoriale. Il nostro pubblico farà il viaggio con noi, ci siamo ripromessi. Simona Assandri |
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