LO
SPETTACOLO:
A
vent'anni dalla sua morte, un omaggio a uno dei pianisti più rivoluzionari
della storia del jazz: Thelonious Monk.
Stefano Benni, scrittore e poeta, suo grande ammiratore, lo ricorda in
un reading che riunisce citazioni dalla biografia del grande pianista,
brani di Allen Ginsberg, Laurent De Wilde e suoi originali.
La voce
intensa di Benni si incrocia con il pianoforte di Umberto Petrin - massimo
esecutore italiano di Monk - che, dopo la lunga frequentazione della musica
monkiana, ne reinterpreta alcuni temi quali Evidence, Criss-Cross, Work, per
terminare con un emozionante versione voce/piano di "Misterioso".
Tutti e due “sentono” Monk come
un fantasma amico da interpretare, reinterpretare e lasciar esplodere. Un pezzo
indimenticabile di teatro e musica, presentato in più di venti città italiane
ed apprezzato non solo dagli amanti del jazz, che riesce
a farci respirare l'idea di un artista sicuramente eccezionale, un’anima
difficile, e del suo mondo, un’America contraddittoria, a tratti ostile e
drammatica.
Thelonious Monk (1917-1982):
Era
un personaggio "difficile", carattere ombroso, genio musicale da molti
incompreso, destinato a diventare col tempo una leggenda del jazz.
Benché
avesse vissuto da protagonista l'era del be bop suonando regolarmente
da Minton's a Harlem nei primi anni Quaranta e avesse attraversato poi
fasi da musicista affermato, seguì in realtà una rotta
tutta sua, da vero individualista qual era. E così facendo
definì uno stile personalissimo, rivoluzionando grammatica e
sintassi del jazz. Thelonious
Monk riusciva ad ottenere dal piano sonorità molto particolari,
come
nessun'altro. La posizione non ortodossa delle mani gli consentiva di
enfatizzare certe note, in un modo estremamente personale. Suonava
con le "dita piatte": un'eresia per gli accademici, e a chi gli chiedeva spiegazioni
sul modo di usare la tastiera rispondeva con stupefatta semplicità: "Come
viene viene". Ma quel modo di
affrontare la tastiera del pianoforte, con fraseggi frammentari e accordi
insieme rarefatti e percussivi, in realtà stava anticipando il futuro.
"Gazzetta di Parma", 25/10/2005
“Nella storia della
musica jazz possiamo rintracciare numerose figure che ne hanno segnato in
maniera indelebile il percorso. Grandi profili di musicisti, uomini e donne che
hanno contribuito al percorso musicale afroamericano con la propria arte e con
la propria vita, spesso difficile e dolorosa. Un esempio, in questo senso, è
quello di Thelonious Monk, personaggio che troviamo raccontato con gusto
genuino e garbato da Stefano Benni in [...] un suo monologo teatrale
accompagnato dalle rievocazioni musicali di Umberto Petrin al pianoforte. Benni
- che di jazz ne mastica da tempo, anche come consulente artistico del festival
«Rumori mediterranei» di Roccella Jonica - piega la sua capacità di scrittura
modellando versi e prosa che ci restituiscono l’intensità semplice ed immediata
- o semplice in quanto immediata - della musica di Thelonious Monk, pianista e
compositore tra i «padri» del be bop e degli sviluppi stilistici successivi. Un
«gigante» che emerge in questo lavoro soprattutto per la sua figura di artista,
e uomo solitario, introverso, instabile, difficile da incasellare e comprendere
a fondo." (Alessandro Rigolli)
Stefano Benni: nato a Bologna nel 1947, è uno dei più noti scrittori italiani ed
è molto conosciuto anche all’estero. Grazie al suo accorto vagabondaggio fra generi
diversi (dal romanzo alla poesia alla fantascienza al teatro) e diversi
linguaggi, con una particolare attenzione ai gerghi giovanili, Benni eleva
l’immaginazione tragicomica a gesto di critica sociale. Ha curato la regia e la sceneggiatura del film “Musica per
vecchi animali” (1989), scrive per il teatro e ha allestito col musicista Paolo
Damiani uno spettacolo di poesia e jazz, “Sconcerto” (1998). Dal 1999 cura la
consulenza artistica del festival internazionale del jazz “Rumori
mediterranei”. È autore di numerosi romanzi di successo tradotti in più di 24
paesi.
Benni è anche
giornalista e collabora con numerose testate tra cui La Repubblica e Il Manifesto.
Nel luglio 2005 ha
ricevuto a Lecce il Premio Carmelo Bene
come ‘Miglior voce recitante’. (www.stefanobenni.it)
Umberto Petrin:
considerato tra i migliori pianisti italiani di jazz, è tra i maggiori talenti
emersi negli anni '90. Da sempre si interessa attivamente anche alla poesia ed
alla pittura, collaborando a riviste letterarie e d'arte, pubblicando inoltre
due volumi di poesia ed esibendosi, come musicista, al fianco di poeti ed
artisti (Luigi Pasotelli, Milo De Angelis, Giovanni Fontana, William Xerra). In
campo più strettamente jazzistico ha realizzato oltre 40 CD, molti dei quali
premiati dalla critica, insieme a musicisti quali: Steve Lacy, Enrico Rava,
Paolo Fresu, Cecil Taylor, Tim Berne, Robbie Robertson, Lee Konitz, Lester
Bowie.
È considerato il
massimo esecutore italiano di Monk. Nel 1997 incide un il cd “Monk’s Word” a
lui interamente dedicato.
Dal 1999
collabora con diversi scrittori ed attori come autore musicale musicista in
reading e spettacoli di parole e musica; tra questi, Stefano Benni, David
Riondino, Giuseppe Cederna. (www.umbertopetrin.it)
PaviAIL - ONLUS
Sezione di Pavia - www.paviail.it
dell'Associazione Italiana contro le Leucemie (AIL)
|

|
|
|